Giulio Bacosi

Da Capo Nord a Malta La ciclovia dei sogni che attraversa l’Italia

Non importa se parta da Nord direzione Sud (come credo), o viceversa.
Conta la sua capacità di “unire”, e di unire l’Europa, con guisa ecologica

L’idea di poter pedalare dai ghiacci di Capo Nord ai tepori del Mediterraneo appare davvero suggestiva. Eppure sarà possibile con “EuroVelo 7”, uno degli itinerari nord-sud a mobilità dolce voluti dall’Europa che tra Veneto, Emilia e Toscana è stato ribattezzato “Ciclovia del sole”, una sorta di gemella dell’autostrada più famosa d’Italia in versione lenta ed ecologica. Percorre una distanza finora divorata in aereo, ma che, a itinerario completato, potrà essere centellinata chilometro dopo chilometro scendendo dalla Norvegia alla Svezia per attraversare Danimarca, Germania, Repubblica ceca, Austria e presentarsi in Italia nell’altoatesino San Candido dopo aver toccato Copenaghen, Berlino, Praga, Dresda, Lienz e Salisburgo.

Dalla val Pusteria, già dotata di piste, si snodano i 290 chilometri oggi fruibili tra Trentino e Veneto fino a Verona. Da lì si scende in Emilia e si scavalla l’Appennino per approdare a Firenze. Più a sud, il progetto è ancora nebuloso. Una prima ipotesi è quella di sfruttare la viabilità secondaria già frequentata dai cicloturisti, e puntare su Pisa per poi toccare Roma, Napoli, Reggio Calabria e la Sicilia percorrendo la costa. L’altra ipotesi è di giungere nella capitale tramite la Toscana interna puntando verso la via Cassia.

In questo momento sono in fase di costruzione i 392 chilometri che uniranno Verona a Firenze dove la ciclovia dovrebbe essere inaugurata nel 2023. Attraverserà il Veneto per 42 chilometri, la Lombardia per 91, l’Emilia Romagna per 154 e la Toscana per 105, toccando cinque province ad alto tasso di attrattività turistica e parecchie città d’arte. Davide Cassani, che di pedalate se ne intende, ha recentemente inaugurato il tratto che dalla modenese Mirandola arriva alle porte di Bologna, 46 chilometri nella pianura padana dove le salite più ripide sono i cavalcavia. «Un gioiello», è stato il giudizio del commissario tecnico della nazionale di ciclismo. “EuroVelo” e questa sua costola rappresentata dalla “Ciclovia del sole”, alternano tratti costruiti ex novo a viabilità secondaria opportunamente contrassegnata. I 46 chilometri emiliani erano indispensabili per attraversare una zona altamente industriale e caratterizzata da grandi strade ad alto traffico. È stato così necessario disegnare un tracciato autonomo che ha sfruttato la vecchia ferrovia Bologna- Verona lontano dal passaggio di auto e Tir.

Complessivamente, la Verona-Bologna- Firenze ciclabile costerà 21 milioni di cui 15 provenienti dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Il resto lo metteranno le Regioni e una galassia di contribuenti tra società private e pubbliche. Il grosso, 7,7 milioni, sarà speso in Emilia, 4,2 milioni in Toscana, 2,3 in Lombardia e 1,1 in Veneto. La struttura del percorso ricalcherà quello che è già realizzato nel centro e nel nord Europa. Solo nel tratto emiliano appena costruito sono stati ricavati 60 punti di interscambio bici-treno in corrispondenza di altrettante stazioni ferroviarie. Non è necessario percorrere per intero né la “Ciclovia del sole”, né “EuroVelo” benchè possano essere il teatro di un viaggio a tappe. Più semplicemente è possibile sperimentarne dei segmenti pedalando entro paesaggi gradevoli e visitando località che normalmente non si vedono attraversando i territori in auto.I sindaci di Verona, Bologna e Firenze, Federico Sboarina, Virginio Merola e Dario Nardella, si aspettano un incremento del turismo in modalità ciclabile come già accade sugli itinerari lungo il Danubio e i grandi fiumi europei. Lo stesso auspicano i piccoli centri finora ignorati.

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