Giulio Bacosi

La Ferrari veste la storia nella stagione delle sfide

Della Ferrari – che è l’Italia nel Mondo – non ci interessano le 50 sfumature di rosso delle Sue livree.
Ci interessa una cosa sola, che non succede più da anni.
E per la quale occorre l’umiltà e la determinazione di chi la fondò.
VINCERE!

Le radici nel passato e la testa nel domani. La Ferrari per il Mondiale 2021 si veste di simboli. A cominciare dalla livrea, in doppio rosso: il bordeaux-amaranto del retro, il colore della prima vettura da corsa di Maranello (la 125S) tornato sulle auto l’anno scorso al Mugello per celebrare i 1000 Gp del Cavallino, nella parte anteriore si trasforma in un tono molto più accesso e contemporaneo. Nell’andamento omogeneo delle tinte, sul cofano motore irrompe il verde acido dello sponsor, uno stacco così pronunciato da sorprendere anche i piloti: «Il verde non ce l’aspettavamo eh? È stato deciso una settimana fa» dice Carlos Sainz a Charles Leclerc, il quale conferma che «sì è stato un cambiamento dell’ultimo minuto ma inizio ad abituarmici a vederlo sulla macchina». Il cromatismo non è solo vernice e non è solo estetica, è un discorso di senso: «È la stagione delle sfide e vogliamo ripartire dalla nostra storia, il rosso Ferrari, proiettandoci nel futuro », spiega il team principal, Mattia Binotto, nel breve video online che ha svelato la SF21 che già oggi scenderà in pista in Bahrain per farsi filmare prima dei test sempre sul Sakhir (12-14) dove partirà anche il campionato con il 1° Gp (il 28 marzo). Che Rossa è la n° 67 made in Maranello per la F1 e quanta Ferrari tornerà a splendere?

Nessuna rivoluzione anche perché i regolamenti non lo consentono: la SF21 è un’evoluzione della sfortunata progenitrice. Il motore, non l’unico ma uno dei punti più deboli dell’antenata 2020, è ora tutto nuovo, così come il retrotreno ora più rastremato dove sono stati spesi i due gettoni di sviluppo consentiti, come spiega Enrico Cardile, direttore telaio: «Abbiamo realizzato un nuovo cambio e delle nuove sospensioni». Per l’aerodinamica, «ci siamo dati due obiettivi: aumentare il carico aerodinamico perso con i regolamenti e ridurre il drag. La parte anteriore della vettura ha ricevuto interventi meno radicali: una nuova ala anteriore, che lavora in accoppiamento con un naso di nuovo concetto, ma telaio e sospensioni sono quelli della SF1000».Nessun proclama, come pure era stato fatto in occasione della presentazione della squadra che vede la coppia più giovane di piloti in rosso dal 1968. Una relazione che «sembra funzionare» dice il ds Laurent Mekies quella appena iniziata tra Leclerc, 23 anni, alla sua 3ª stagione a Maranello e il nuovo acquisto, lo spagnolo Sainz, 26, che sostituisce Vettel ora all’Aston Martin, «anche se è facile andare d’accordo nei mesi invernali».

Gioventù che non si dovrà bruciare con le ceneri di un 6° posto nei Costruttori come nel 2020, il peggiore per la Scuderia da 40 anni. Il presidente John Elkann, in piedi, le mani poggiate sulla scrivania, il gilet rosso sotto la giacca, guarda dritto in camera: «Il 2020 è alle nostre spalle, ma non sarà dimenticato, anzi ci avrà resi più forti. Eccoci al 2021: non vediamo l’ora di tornare in pista. La presentazione è un momento molto speciale, il momento della verità. Ai nostri tifosi, agli appassionati della Formula 1: tutti noi in Ferrari vogliamo assicurarvi che onoreremo il nome del nostro fondatore, Enzo Ferrari, e che inizieremo il campionato 2021 col suo spirito vincente ». La risalita è appena iniziata, l’obiettivo è tornare ai vertici nel 2022, col cambio dei regolamenti. E tutto ricomincia dal motore, dove pulsa l’anima di Maranello. «Enzo Ferrari diceva che il motore è il cuore di una monoposto» ricorda Enrico Gualtieri, capo dell’area power unit. «Sul motore a combustione interna abbiamo continuamente lavorato per cercare di aumentare il grado di efficienza termica. Questo ha portato ad un vantaggio stimabile in oltre un decimo di secondo nel tempo sul giro. Stiamo anche rivedendo l’ibrido, la parte elettronica. Tanta energia in questo progetto, ma lavoriamo già al 2022». Con le radici nel passato, e la testa al domani.

(Fonte: La Repubblica)

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