Giulio Bacosi

Lucia e il ladro pentito che le ha restituito i gioielli «Forse si è vergognato»

La “roba d’altri” bisognerebbe non toccarla ex ante.
Quando tuttavia la tentazione prevale, onore al Pentimento ex post.
Insomma: meglio tardi che mai.

Ormai non ci sperava nemmeno più. Stringere nuovamente tra le mani i suoi gioielli, spariti il 22 dicembre mentre era ricoverata all’ospedale di Suzzara, in provincia di Mantova. E invece domenica scorsa a Lucia Pinotti, 89 anni, è arrivata una telefonata dai carabinieri: l’anello e il collier, del valore di circa 2.500 euro, erano stati recapitati un paio di giorni prima alla locale stazione dell’Arma, con una lettera raccomandata. Lunedì i militari le hanno restituito i preziosi. E ora Lucia ha deciso, in accordo con la famiglia, di custodirli in una cassetta di sicurezza in banca.

È il 22 dicembre quando la signora Lucia, a causa di una sospetta ischemia, viene portata in ospedale. Qui, tra un esame e un accertamento, una delle infermiere che la assistono le chiede di togliere collier e anello e di riporli all’interno di un guanto da ospedale. «Da quel momento — spiega Lucia — non li ho più visti. Ho avvisato subito il personale dell’ospedale, ma non c’è stato nulla da fare: nessuno sembrava saperne nulla. Abbiamo anche pensato che, siccome li avevo riposti in un comunissimo guanto di lattice, potessero essere inavvertitamente finiti tra i rifiuti. Io però ero convinta che fosse impossibile: chi mi stava seguendo sapeva bene cosa c’era in quel guanto e di conseguenza era impossibile che fosse stato gettato via».

Una volta dimessa, passato Santo Stefano, Lucia ha sporto denuncia ai carabinieri che hanno iniziato a indagare. Nel frattempo la vicenda ha guadagnato rilevanza sui media locali. Fino a quando, la settimana scorsa, ai carabinieri di Suzzara è stato recapitato un plico giallo. I militari, dopo aver eseguito un controllo di sicurezza per mezzo degli artificieri, hanno aperto la lettera: all’interno, avvolti nella plastica, c’erano proprio il collier e l’anello di cui la signora Pinotti aveva denunciato la scomparsa. Prima di essere spediti, i preziosi erano stati attentamente puliti e lucidati per rimuovere eventuali impronte digitali, mentre il nome del mittente (obbligatorio nel caso di invio di una raccomandata) è risultato falso. Il timbro postale riportava invece la dicitura «Mantova»: il plico era quindi stato spedito dal capoluogo. Il ladro, dopo la risonanza ottenuta dall’episodio, dev’essersi pentito e ha deciso di restituire il bottino.

«Sono veramente contenta — dice Lucia — che i gioielli mi siano stati resi. Oltre ad avere un valore economico piuttosto elevato, sono preziosi che conservo da tantissimo tempo e a cui sono affezionatissima. Ho trascorso le feste di Natale senza smettere di pensare al fatto che mi erano stati sottratti in un luogo protetto come l’ospedale e in un momento di difficoltà. Penso proprio che chi ha commesso questo gesto ignobile abbia capito e si sia vergognato».

(Fonte: Corriere della Sera)

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